L’ABBAZIA DE CANNETO. VILLAR
SAN COSTANZO
L’evangelizzazione del nostro territorio prima del 1000 si
deve principalmente della presenza monastica. Le abbazie create nelle località
di fondovalle su preesistenti organismi di vita civile o religiosa vennero
fondate, come centri trategici a fini spirituali, economici e politici, dai longobardi convertiti al cattolicesimo. A Villar, nella pianura dominata dal Monte S.Bernardo a tre chilometri da Dronero, inserita nella viabilità tardo antica
medioevale, sorse l’Abazia di S.Costanzo de canneto (S.Costanzo del
Villar) nella zona acquitrinosa
denominata “Cannetum” dai romani
di Cesare che muovevano alla conquista delle Gallie.
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ORIGINE E DEDICAZIONE
Fondata,
secondo Goffredo della Chiesa, da Ariperto I, re dei longobardi, nel 656
o, secondo F.Agostino della Chiesa, da
Ariperto II nel 713 (Ariperto però muore nel 712 !) sorse la seconda grande abbazia del
territorio. Ad iniziare l’opera vennero nuovamente chiamati i Benedettini del
celebre monastero di Bobbio di S.Colombano; essi si dedicavano alla preghiera e all’evangelizzazione, alla bonifica
delle zone paludose, al disboscamento e alla costruzione di canali
d’irrigazione
La chiesa
abbaziale venne dedicata a S.Pietro in Vincoli, il monastero a S.Costanzo
che la tradizione vuole martire Tebeo ucciso sul pendio
prospiciente la pianura; dove, dice Gioffredo della Chiesa, nel IV secolo sorse
un sacello e nel sec XII, la chiesa
romanica. Delle tracce murarie
della fondazione dell’abbazia dell’VIII
secolo nulla resta, gli scavi del
1976-78 condotti per il ripristino
dell’antica scala che dava accesso alla cripta (A. Arnaudo, 1979 p 23-106) hanno restituito frammenti
della decorazione, lastre decorate
con intrecci viminei, nastri, girali, grappoli e altri elementi vegetali,
che testimoniano la fase
costruttiva dell’VIII secolo e
confermano la tradizione dell’origine longobarda (G.Coccoluto, Boll.SSSAApC
n.106, I sem., 1992, p 167-171)
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DISTRUZIONE E RICOSTRUZIONE
Tra i sec. IX e XI i Saraceni, risalendo le valli del
Roya e Ubaye, discesero nelle nostre valli
attaccando soprattutto i monasteri, focolai di civiltà e di fede cristiana.
La “Cronaca della Novalesa” narra che
il complesso, come gli altri monasteri
del territorio, venne distrutto e i
monaci uccisi.
La realtà
abbaziale tornò a fiorire ed è citata in un
diploma di Enrico III del 1046. Nel 1091, l’abbazia venne ricostruita dalla contessa Adelaide figlia del
marchese Olderico Manfredi di Busca
(cfr. Muletti) e restituita a nuovo splendore.
Con decreto del 1190, il complesso
monastico e relativo territorio, venne
posto sotto la protezione della chiesa
di Milano e tale rimarrà sino al XV
secolo. Di questa appartenenza alla chiesa milanese resta traccia nella
dedicazione al santo milanese Vittore e nella stupenda architettura
romanico-lombarda a due chiese sovrapposte di S.Costanzo al Monte, specie nelle absidi nel tiburio, nei capitelli e nella
decorazione.
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IL MONASTERO
Il monastero di
Villar, ricostruito, divenne centro di convergenza della popolazione circostante, luogo di accoglienza e di rifugio;
comprendeva la chiesa, l’ampio
monastero, le abitazioni dei contadini e il muro di cinta. Era provvisto di ogni
attrezzatura agricola, stalle modello e Celle in montagna per l’alpeggio. Inoltre
aveva dei villaggi dipendenti dal monastero, detti Morre, di cui restano
i toponimi nelle località del territorio circostante, Morra S.Giovanni, Morra
del Villar ecc. (G.Rovera 2011 p 16,17)
Gioffredo Della Chiesa dà notizia che nel 1175 il marchese
Manfredo, figlio di Bonifacio capostipite dei marchesi di Saluzzo, operò
l’ampliamento del monastero. Nel 1314 l’abbazia subì una seconda devastazione,
durante la guerra tra Roberto re di Napoli e Manfredo IV di
Saluzzo. Del complesso abbaziale
resistette il bel campanile romanico edificato sulla navatella
sinistra, dall’abate Begiamo nel 1294,
una torre gotica e alcune costruzioni.
La parte più bella
giunta a noi è quella della zona absidale e soprattutto suggestiva, cripta
la più bella della Provincia, a tre navate
con colonnine e capitelli e basamenti gotici e alcune ancora
altoromaniche.
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LA CAPPELLA DI S. GIORGIO
Fra il 1316-1341 l’edificio fu ricostruito ad opera
dell’Abate Dragone Costanzia di Costigliole che ottenne il ritorno degli abitanti
nel luogo abbandonato, promuovendo con la loro partecipazione, nuovi sviluppo
del monastero.
Alla morte dell’abate
la vita monastica decadde mentre si succedevano altri saccheggi. Verso la fine
del 1400 i monaci non facevano più vita in comune e reggevano altre chiese
dipendenti dal monastero. Il convento rimasto deserto cadde in rovina. Un abate
pio, colto, e intraprendente, Giorgio Costanza di Costigliole, eletto nel 1447,
tentò di risollevare le sorti e restituire il monastero al primitivo
splendore: restaurò le struttura
candente e arricchì la chiesa di una cappella dedicata a S.Giorgio,
destinata ad ospitare il suo sarcofago funebre.
La cappella
venne affrescata nel 1469 da Pietro
Pocapaglia da Saluzzo con la storia del martire Giorgio tratta dalla
Legenda Aurea di Jacopo da Varagine. Gli episodi del racconto si
susseguono nei riquadri: dall’uccisione
del drago simbolo della vittoria sul male e sul paganesimo, alle torture
subite, alle azioni miracolose compiute nella fede in Cristo. Una vicenda che
naturalmente si conclude col martirio
dove l’anima di Giorgio che
compare a fianco della materna figura della Vergine col Bambino, è portata al
cielo dagli angeli nella dimensione iconografica cara al pittore. Un ciclo affascinante e coinvolgente, scene
piene di vivacità e realismo dal colore vivace ed espressionistico, dove i
protagonisti, tra animati discorsi racchiusi nei cartigli, vestono abiti
rinascimentali connotati da ampi drappeggi secondo cadenze tardogotiche .
La
leggenda di Giorgio che ha vinto il
male, il dolore, il peccato e la morte, diventa a Villar una stupenda Biblia Pauperum che un maestro
sensibile e appassionato al valore dell’arte
come il compianto Don Giuseppe Brarda parroco, sapeva illustrare ai
visitatori in una profonda attraente interpretazione artistica, altamente catechetica.
Corriere
di Saluzzo 24 marzo 2001
BIBLIOGRAFIA
G.COCCOLUTO, Appunti per schede di archeologia medievale in provincia di
Cuneo.IV Frammenti i
scultura altomedievale
nella ex-chiesa abbaziale di S.Costanzo de canneto, Boll.SSSAApC
n.106, I sem.1992
G.ROVERA , L’Abbazia benedettina di Villar S.Costanzo
nella storia e nell’arte, 2011
A.ARNAUDO – La Cappella di S.Giorgio nella ex chiesa
abaziale di Villar San Costanzo,Borgo San Dalmazzo, 1979